Un percorso durato due anni per affrontare con la partecipazione dei territori una problematica annosa in ogni dopo-terremoto. Siamo andati a scoprire il percorso di Action Aid con Casa Italia nella campagna “Sicuri per davvero”.
![](http://www.fattorerischio.it/wp-content/uploads/2022/01/Sicuri-per-davvero-Action-aid-1.jpeg)
Negli ultimi 150 anni in Italia si è verificato, in media, un terremoto ogni quattro anni e mezzo. E solo negli ultimi 10 ben tre gravi episodi hanno ferito la penisola: L’Aquila 2009, Emilia 2012, Centro Italia 2016-7. Per la ricostruzione lo Stato ha impegnato finora circa 54 miliardi di euro, ma secondo le stime del centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri per mettere in sicurezza il patrimonio abitativo italiano più vulnerabile (circa il 41 per cento del costruito per 23 milioni di cittadini coinvolti) basterebbero 100 milioni con un’operazione realizzabile nell’arco di venti anni.
Se i calcoli confermano che la prevenzione strutturale costa meno della ricostruzione, a fine 2020 la realtà parla ancora di mancanza di visione di lungo periodo nella ricostruzione soldi stanziati e mai spesi con conseguenze visibili sulle scuole (ancora nei container), sulle famiglie (installate nelle new town), sulle macerie mai rimosse e sulla ricostruzione pubblica praticamente ferma.
E’ stata Action Aid con la campagna #sicuriperdavvero a denunciare che oggi l’Italia non possiede una politica nazionale per la ricostruzione dopo un sisma o una calamità naturale: per ciascuna fase del post-emergenza infatti le lentezze, gli intoppi, le difficoltà ad avviare i lavori di ricostruzione derivano da sistemi di regole nati senza un metodo a monte ma solo sulla spinta dell’emergenza. Decreti, finanziamenti, catene di comando e procedure, spesso simili ma diverse ogni volta, sono solo uno dei mali denunciati da Action Aid che, con il sostegno del Dipartimento Casa Italia guidato da Fabrizio Curcio, ha presentato a Roma lo scorso 30 settembre le “Linee guida per una politica nazionale sulla prevenzione e le ricostruzioni” per chiedere al Parlamento una normativa nazionale unica e una governance organica sulla gestione del rischio legato alle catastrofi naturali. Un solo esempio nel dedalo di regole prodotte dopo l’emergenza dell’ultimo terremoto in Lazio, Marche e Abruzzo tra il 2016 e il 2020: la Protezione Civile ha emanato 42 ordinanze mentre il Commissario Straordinario ne ha emanate 85.
Pubblicato su “La Protezione civile italiana” n.9-2020
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