Francesco Rocca: rafforzato legame volontari Croce Rossa-territori

Intervista al presidente nazionale della Croce Rossa Italiana sulle prospettive del volontariato

Francesco Rocca: rafforzato legame volontari Croce Rossa-territori

Dopo il completamento del processo di privatizzazione compiutosi alla fine del 2015, la Croce Rossa Italiana è diventata a tutti gli effetti una associazione e una delle “centrali di volontariato” più antiche del nostro Paese. Una novità importante per una struttura articolata sull’intero territorio nazionale che trovò proprio nel terremoto del Centro Italia il suo primo banco di prova nella nuova dimensione istituzionale. Ne abbiamo parlato con il presidente (italiano e della Croce Rossa Internazionale) Francesco Rocca.

In che direzione va l’Associazione Croce Rossa Italiana nel panorama delle grandi organizzazioni di volontariato?
La trasformazione da ente pubblico a privato ha reso la Croce Rossa Italiana un’associazione di volontariato che mette al centro il ruolo dei volontari così come è nella sua natura. La nostra attenzione è di essere sempre più vicini ai bisogni del nostro territorio e questo sta avvenendo anche attraverso lo stimolo alla crescita delle realtà territoriali e il dialogo costante con i sindaci che nel caso della protezione civile sono i veri protagonisti sul territorio. Tutto questo senza dimenticare la nostra lunga storia, ricca di esperienze significative in 150 anni di vita.

In che modo la Croce Rossa ha rafforzato il volontariato?
Abbiamo puntato su partecipazione e responsabilità. Oggi il volontario è protagonista nei comitati locali e nel rapporto con i vari interlocutori come Comuni, Regioni e a livello nazionale. E’ un volontariato che sa esprimere la capacità di dialogare a tutti i livelli con le strutture dell’amministrazione
pubblica nel Paese. Dall’altro lato abbiamo rafforzato l’indipendenza dei nostri uomini, in quanto ausiliari dei pubblici poteri: collaboratori leali ma assolutamente indipendenti nell’ambito delle nostre scelte.

La riforma della Protezione civile assegna un ruolo nuovo sia ai sindaci sia ai volontari: quali novità sta portando nella vita della Croce Rossa?
Credo sia ancora troppo presto per poter dare una valutazione, anche se le attese di miglioramento del volontariato per i territori sono tante e importanti. Sono ottimista: nei decreti attuativi ci sono ampi spazi per il miglioramento e vedremo se riusciremo a ottenerli nel dialogo con il nuovo Governo e il Parlamento.

Stesso discorso può essere fatto per l’attuazione della riforma del Terzo Settore: come si inserisce la Croce Rossa nel ridisegno di quest’altra complessa realtà?
Se da un lato, per il Terzo Settore nel suo insieme, la riforma va secondo noi nella giusta direzione, ci sono delle forti preoccupazioni in particolare per una semplificazione a mio parere eccessiva sul ruolo del volontariato, che non è solo quello della piccola realtà locale. C’è infatti anche quello professionalizzato e specializzato come il nostro che svolge ruoli e partecipa a servizi anche molto importanti dal punto di vista delle competenze possedute e per la capacità di muoversi all’interno di sistemi complessi come quello sanitario, dell’accoglienza o della Protezione civile. Noi di Croce Rossa, per le nostre caratteristiche e per come queste nuove disposizioni sono state impostate, rischiamo di essere considerati talvolta più come impresa sociale che come associazione di volontariato: credo che questo sia un limite da migliorare, poichè ritengo che le centrali di volontariato siano una risorsa importante a livello nazionale, proprio come nel caso della Protezione civile.

In questo momento storico un’organizzazione come la vostra votata al sanitario ma anche a settori chiave come migranti, anziani e Protezione civile cosa deve fare per restare al centro del sistema?
Crediamo che le grandi organizzazioni come la nostra debbano continuare a lavorare tutte insieme per la crescita del mondo del volontariato, consapevoli che faccia bene a tutti una sana competizione sul territorio e nei diversi settori di azione, ma senza dimenticare al contempo che condividiamo una grande missione comune. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato una leale collaborazione con le altre organizzazioni di volontariato organizzato perchè crediamo che la cosa più importante sia avere delle regole condivise e delle competenze chiare da mettere al servizio delle persone e del Paese tutto.

Francesco Unali

Pubblicato sul quaderno n.10 allegato a “La Protezione civile Italiana” n.6-2018

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