Intervista a Paolo Diani, direttore nazionale di Ugem-Misericordie italiane

Intervista a Paolo Diani, direttore nazionale di Ugem-Misericordie italiane

Paolo Diani è da due anni a capo dell’Ugem, l’Ufficio gestione emergenze di Massa delle Misericordie italiane. E’ stato lui ad aprire il raduno di Tivoli il 10 aprile scorso, dove i volontari delle Misericordie di tutta Italia hanno ricevuto l’attestato di riconoscimento per gli interventi effettuati nel corso dell’emergenza terremoto a L’Aquila.

D: Quale è stato l’obiettivo del raduno nazionale di Tivoli?

R: Il vero senso di questa iniziativa è stato lo stare insieme. Abbiamo voluto creare un’occasione che fosse al di fuori dell’emergenza per ritrovarci da ogni parte d’Italia e festeggiare il nostro impegno di volontari della Protezione civile e confratelli nelle misericordie italiane.

D: L’Ugem è una realtà particolare all’interno della più grande famiglia delle Misericordie: qual è la vostra specialità?

R: L’Ufficio Gestione Emergenze di Massa è il “ramo” di protezione civile delle Misericordie italiane, storicamente specializzate in servizi socio-sanitari. In ciascun comune le singole misericordie possiedono un referente specializzato nelle tematiche di protezione civile, previsione e prevenzione del rischio, che in caso di necessità entra in contatto con la direzione nazionale che dirigo, al fine di stabilire il miglior coordinamento tra il territorio e l’organizzazione centrale delle misericordie. A livello nazionale abbiamo circa 50mila operatori che possono effettuare attività di protezione civile.

D: Come vi inserite nel variegato panorama della protezione civile italiana?

R: Siamo parte del sistema nazionale della protezione civile e ne riconosciamo la validità. Come Misericordie, per la nostra storia, crediamo di poter dare un contributo importante alle attività della protezione civile, dalla più piccola alla più complessa delle calamità, non solo nell’emergenza ma anche nei settori della prevenzione e previsione e nel rapporto con i territori sui quali siamo radicati da secoli. A Tivoli, ad esempio, con l’inaugurazione dei nuovi mezzi delle misericordie calabresi abbiamo voluto inviare un messaggio forte agli enti locali affinchè cresca il dialogo tra chi opera sul campo come noi e i sindaci, ma anche le Provincie e le Regioni.

D: Con questo intendete la necessità di un maggiore scambio di esperienze?

R: Certamente, in primo luogo sindaci ed enti locali possono migliorare la loro azione sul territorio accrescendo il rapporto con chi ha una conoscenza quotidiana e dettagliata delle problematiche locali. Così si potranno rafforzare le azioni di prevenzione e previsione che sono sempre più urgenti in Italia, come testimoniano le tante emergenze verificatesi anche nell’ultimo anno. Vogliamo che sia dato al volontariato il giusto ruolo, nell’ottica di una vera sussidiarietà che riconosca le specifiche capacità tecniche e non disperda l’efficacia del suo intervento.

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