La protezione dagli incendi in luoghi pubblici frequentati da una moltitudine di persone è un tema che richiede massimo sforzo di preparazione per evitare anche il più piccolo disagio. Per quel che riguarda le strutture sanitarie l’adeguamento ai moderni standard antincendio è oggi garantito dal Decreto del Ministero della Sanità del 19 marzo 2015 che prevede un percorso graduale, avviato circa un anno fa, della durata di nove anni.
Se si guarda alle cronache recenti gli incendi all’interno degli ospedali si verificano più spesso di quanto si pensi: negli ultimi mesi se ne sono verificati a Treviso, Pavia, Magenta, Termoli per altrettanti roghi o fumi con i relativi disagi per i pazienti presenti in loco. Sono sufficienti una scintilla o un corto circuito nell’impianto elettrico, una sigaretta accesa o una distrazione durante un turno di notte per trasformare un ospedale in un luogo pericoloso per i pazienti e per chi vi opera. Anche per questo, sulla scorta della normativa vigente, gli ospedali si sono dotati di “Unità di sicurezza antincendio”, “squadre dedicate” o addetti appositamente preparati ad affrontare il rischio incendi sulle 24 ore.
Fornire una formazione completa a queste figure specializzate (fino al personale ospedaliero) che permetta il massimo della risposta operativa della struttura in caso di un principio di incendio in ospedale è il primo obiettivo della “Fire School Hospital” appena nata presso l’Idi, Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma.
Presentata lo scorso 10 marzo nel corso del convegno “Prevenzione incendi e normativa degli impianti elettrici nelle strutture sanitarie” al quale hanno partecipato i principali nomi del soccorso urgente e della protezione civile del Lazio (tra cui spiccavano Giuseppe Zamberletti, fondatore della Protezione Civile, Maria Pia Garavaglia presidente IDI e il capo del Corpo dei Vigili del Fuoco Gioacchino Giomi), la Fire School costituisce il primo caso al mondo di una struttura pensata espressamente per la formazione sulla prevenzione di alto rischio antincendio, mirata rispetto alle caratteristiche delle strutture sanitarie.
A saltare all’occhio è la scelta fatta dall’Idi: quella di dedicare alla scuola un intero reparto della struttura di via dei Monti di Creta, al momento dismesso. Uno spazio esercitativo di 750 metri quadri composto di camere con 25 posti letto, sale operatorie, corridoi, sale di attesa, spazi per il personale sanitario e piccoli depositi di materiali: il tutto riprodotto esattamente come nella realtà per consentire esercitazioni e simulazioni. All’interno della scuola gli organizzatori prevedono un campus di esercitazione all’aperto in cui simulare prove di incendio, la camera a fumo sintetico, testare materiali e provare i comportamenti da tenere in caso di evacuazione, sia per gli operatori sia per trasportare i malati nei luoghi sicuri.
Tra le attrezzature didattiche sono previsti tre grandi simulatori: una zona di preparazione per insegnare l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale; una camera a fumo per la simulazione dell’evacuazione in situazioni di emergenza e infine la cosiddetta “fire house”: un’area dotata di pannelli attrezzati che riproducono la situazione di pericolo all’interno della quale personale antincendio e dipendenti ritroveranno uno scenario di emergenza perfettamente simulato.
Immaginata come polo di formazione di riferimento per l’intera sanità del Lazio (dai grandi nosocomi romani alle case di riposo) la Fire School ha avviato i suoi primi corsi nei primi mesi del 2016. A elencarne le materie di studio è l’ideatore della Fire School, Carlo Santoro: “I nostri corsi vertono sui piani di evacuazione orizzontali e verticali, alla formazione continua per le squadre dedicate e sull’utilizzo in caso di incendio dei Dpi in un ambito saturo di fumo oltre ai corsi per l’alto rischio antincendio dedicati al personale addetto delle strutture sanitarie. Oltre alla formazione – spiega Santoro – la Fire School Hospital svolgerà corsi e seminari sulla sicurezza e prevenzione antincendio e formerà la nuova figura tecnica (RTA) prevista dall’ultimo decreto del 2015 per la gestione antincendio”.
La nuova Scuola per la prevenzione degli incendi in ospedale è stata salutata con favore dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin che in un messaggio letto nel corso del convegno ha sottolineato il livello nazionale dell’iniziativa e ha ritenuto valido il progetto “per la sua originalità”, avvalorato anche dalla presenza al convegno delle massime autorità del settore come il Direttore Generale dell’IDI IRCCS e Presidente nazionale della Croce Rossa Italiana avv. Francesco Rocca, il direttore della Agenzia regionale di Protezione Civile Gennaro Tornatore e il direttore della Protezione civile di Roma Capitale Cristina D’Angelo, l’ex comandante dei vigili del fuoco di Roma Luigi Abate, il professor Giuseppe Parise e gli ingegneri Domenico De Bartolomeo e Maurizio Daddato. Un contributo importante è stato quello fornito alla riflessione dal capo dei Vigili del Fuoco Gioacchino Giomi che ha aperto il convegno ricordando l’importanza della attuale normativa antincendio. “Siamo alla prima scadenza, quella del 24 aprile 2016 in cui andranno attestate una serie di misure di prevenzione e protezione” – ha detto Giomi spiegando che il decreto “individua le misure più idonne per garantire sicurezza antincendio senza creare problematiche funzionali e organizzative a strutture complesse come sono ad esempio gli ospedali quando si adegua lo standard antincendio”
Tutto ruota attorno “al concetto della gestione della sicurezza antincendio – ha ribadito Giomi – perchè nell’arco dei 9 anni di adeguamento complessivo ci sarà una struttura preposta alla sicurezza antincendio che deve garantire una buon livello di sicurezza antincendio, con una progressiva riduzione della gestione a mano a mano che si raggiunge l’adeguamento di sicurezza attiva e passiva, fino ad arrivare alla fine del percorso al mantenimento di una normale gestione dell’antincendio”. Giomi ha sottolineato il suo no alle deroghe o proroghe rispetto a regole come queste perchè – ha concluso – “non ci possiamo permettere ospedali in cui si verificano incendi, principi di incendi o fumi che possano mettere in allarme e generare panico in tutto il sistema generando dai feriti fino ai morti”.
Va in questa direzione la spinta che Valentina Osti – direttore tecnico dell’Ospedale Idi e Responsabile Tecnico Antincendio ha impresso alla nascita della Fire School: “Abbiamo voluto fortemente questa iniziativa – ha detto – siamo noi i primi ad aver formato le nostre squadre che lavorano sulle 24 ore per un totale di 30 persone: la figura dell’addetto antincendio è ormai diventata fondamentale all’interno degli ospedali e la Fire School sarà una base per l’addestramento di tutti gli operatori antincendio”.
Francesco Unali
(Pubblicato su “La Protezione civile italiana” n.4-maggio 2016)
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