Mentre cresce il timore per i possibili attacchi alle infrastrutture critiche di cyber criminali, terroristi e pirati informatici, quali strumenti esistono a difesa delle reti elettriche, del gas, di acquedotti e telecomunicazioni (ma anche dei monumenti) nel caso in cui eventi naturali come frane e allagamenti possano mandarle in crisi? Un software georeferenziato realizzato dall’Enea sta definendo un potente sistema di supporto alle decisioni in grado di fornire previsioni affidabilissime e a corto raggio: acquisendo in tempo reale i dati meteorologici da radar e sensori sparsi sul territorio, elaborando gli scenari dei fenomeni attesi, identificando gli elementi a rischio del territorio e delle singole infrastrutture, valutando i possibili danni e stimando i potenziali impatti sui servizi a causa dei guasti e infine quantificando le conseguenze sui cittadini e sul sistema produttivo.
Per raggiungere un simile risultato i tecnici dell’Enea hanno avviato oltre due anni fa diverse collaborazioni istituzionali nell’ambito di due progetti di ricerca, scegliendo come “laboratorio” la capitale d’Italia. Roma rappresenta infatti la città con la maggiore varietà di situazioni sensibili (frane, cavità, dissesto idrogeologico, rischio esondazioni, impianti a rischio di incidente rilevante, monumenti, luoghi sensibili e non solo) ed è interessata da alcuni progetti italiani e internazionali che puntano a farne una città “intelligente” e resiliente.
Anche per questo non è passata inosservata lo scorso 16 febbraio la firma di un importante accordo tra Enea e Protezione civile capitolina per giungere a breve all’utilizzo di questi nuovi sistemi per la protezione delle infrastrutture critiche cittadine. Il software che oggi è ancora in fase di test ma entro un anno entrerà nella disponibilità del Campidoglio è stato realizzato nell’ambito del progetto RoMA (Resilience enhancement of MetropolitanAreas) finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca con circa un milione di euro e inserito nel più ampio programma Europeo Ciprnet sulla protezione delle infrastrutture critiche partecipato da 12 Paesi dell’Unione.
I tecnici dell’Enea hanno messo insieme un software specifico e una serie di sensori distribuiti sul campo: “Abbiamo riunito all’interno del programma numerosi strati informativi territoriali che finora erano sparsi negli archivi delle varie istituzioni – spiega a La Protezione civile Italiana Vittorio Rosato, ingegnere di Enea e coordinatore del progetto RoMA – Si tratta di un mix di dati statici sul territorio che vengono uniti a dati prodotti in continuazione dai sensori: insieme ai modelli matematici in nostro possesso siamo in grado di ottenere un enorme numero di informazioni da utilizzare per realizzare delle previsioni molto precise, in alcuni casi con l’approssimazione di qualche ora”. In pratica tutti i partecipanti al progetto forniscono dati (geografici, microzonazione sismica, database geologico, mappa censuaria, reticolo idrografico, mappatura edifici, caratteristiche della popolazione, attività commerciali ecc.) che vanno a comporre una rete in grado di conoscere le situazioni più a rischio sul territorio in caso di ciascun evento naturale (piogge, frane, terremoti e non solo), ipotizzando dove potrebbero verificarsi i danni maggiori, permettendo così al gestore del servizio o al Comune di intervenire prima dell’evento naturale per la messa in sicurezza o prioritariamente in caso del verificarsi di un gran numero di emergenze simultanee.
“Il software di Enea permetterà di tarare meglio il piano di Protezione civile di cui Roma capitale si è dotata dal 2008 – ha detto a La Protezione civile Italiana Cristina D’Angelo, direttore della protezione civile di Roma Capitale – Le ricadute positive del suo utilizzo saranno sia sul piano interventistico sia su quello socio-economico, e ci aiuteranno a migliorare la nostra attività di comunicazione e informazione alla popolazione sulle situazioni di rischio”.
“Solo a Roma – spiega a La Protezione civile Italiana Gian Piero Celata responsabile del Dipartimento Tecnologie Energetiche dell’ENEA – esistono 75 cabine elettriche primarie e 14 mila secondarie, tutte gestite da Acea: conoscerne la precisa ubicazione, poterla confrontare immediatamente con le situazioni di rischio del territorio e prevedere in tempo reale i rischi può permettere di staccare la corrente prima che l’evento calamitoso crei il danno riducendo al minimo i disagi e i rischi di un blocco improvviso per la popolazione”. Il software ha permesso di realizzare in questo caso una ricostruzione della rete di dipendenze tra cabine elettriche, permettendo immediatamente di conoscere in quale zona potrebbero verificarsi i maggiori disagi da un’interruzione della corrente, ma grazie allo scambio di dati e alla messa in comune nel software molte altre situazioni potrebbero essere gestite con successo. Il software messo a punto da Enea è al momento in fase di sperimentazione da parte di Acea, la multiutility romana quotata in borsa che ha fornito una notevole mole di dati insieme al comune di Roma che ne sarà presto il maggiore beneficiario. Ma è proprio la trasversalità e la replicabilità il punto forte di questo sistema messo a punto da Enea, la quale intende metterlo a disposizione di tutte le amministrazioni che lo richiedano e per questo punta a ulteriori accordi. I tecnici di Enea stanno già sviluppando il software in realtà come Firenze per la tutela dei beni culturali o Mantova sul fronte del rischio sismico. Al momento è però Roma la città dove il progetto è allo stato più avanzato: “Nella capitale siamo in grado di utilizzare il software per una stima dei possibili danni su tutto il territorio comunale – sottolinea Vittorio Rosato – mentre per il centro storico già possiamo valutare quale impatto sul servizio elettrico possa arrecare un danno”. Proprio in questi mesi Acea sta monitorando alcuni eventi del Giubileo per garantire la sicurezza nella fornitura di energia.
Nell’ambito del progetto RoMA, che ha come capofila Acea e partner importanti come l’Università La Sapienza, Telecom e lo stesso Enea (oltre a numerosi soggetti privati) altri accordi interesseranno la capitale nei prossimi mesi. Ulteriori collaborazioni potrebbero riguardare ad esempio infrastrutture trasportistiche come ferrovie, metropolitane e autostrade. Il progetto Roma punta infine a creare in Italia il primo centro di competenze in Europa per la sorveglianza delle infrastrutture critiche.
Francesco Unali (Articolo pubblicato su “La Protezione civile Italiana n. XX XX 2016)
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