Adriano De Nardis alla Croce Rossa: cosa pensa il più giovane presidente d’Italia

Adriano De Nardis alla Croce Rossa: cosa pensa il più giovane presidente d’Italia

E’ il presidente regionale della Croce Rossa più giovane d’Italia, ma ha alle spalle già una lunga frequentazione del mondo del volontariato di Croce Rossa. L’elezione lo scorso tredici gennaio di Adriano De Nardis da parte dei delegati del Lazio simboleggia in tutto e per tutto la fase di rinnovamento che lo storico corpo di soccorso si appresta a vivere da qui al 2017. Un cammino che vedrà la Croce Rossa trasformarsi progressivamente da ente pubblico in associazione privata. La recente riforma che porterà a una sostanziale privatizzazione delle attività sociali, datata ottobre 2012, inciderà fortemente sull’aspetto organizzativo e finanziario che dovranno assumere i comitati regionali e apre la sfida al rinnovamento e al cambiamento nella tradizione di un’istituzione dai forti valori.

 

Presidente De Nardis, subito dopo la sua elezione insieme agli altri vertici locali avete eletto il nuovo presidente nazionale della Croce Rossa, Francesco Rocca.

Con Rocca, insieme ad altri presidenti regionali, abbiamo condiviso idee e programma: siamo in un dialogo continuo con la presidenza e pensiamo che possa dare tanto alla Croce Rossa perchè sta avendo attenzione per tutte le componenti del movimento. Rocca, nel precedente ruolo di commissario, si è confrontato con i vertici, i soci, i volontari: sempre con rispetto, in una situazione non facile come è sempre quella di un commissariamento.

D: Recentemente si è sentito parlare della Croce rossa del Lazio in alcune vicende di cronaca come quella delle ambulanze in convenzione col 118 o del Centro di Educazione motoria di via Ramazzini. Situazioni con risvolti sociali e occupazionali non facili. Lei si è appena insediato ma può aiutarci comunque a capire meglio.

Su questioni come quelle del Cem o delle ambulanze stiamo aspettando la nuova giunta regionale per definire meglio le singole situazioni, alla luce delle problematiche attuali dei costi dei diversi servizi, sempre pensando ai bisogni di chi è in difficoltà. La Croce Rossa Italiana è da sempre un soggetto intermedio che interviene tra le istituzioni e i soggetti vulnerabili che assiste. Nel momento in cui il sistema istituzionale ha delle difficoltà a trasferire i fondi necessari noi non abbiamo facilità a soddisfare autonomamente il servizio. Se siamo costretti a sobbarcarci direttamente i costi per permettere che il servizio vada avanti, questo non è sempre possibile. Questa è la situazione che ci troviamo a gestire, in alcuni casi, con la Regione, con la quale peraltro abbiamo una regolare interlocuzione e collaboriamo ottimamente.

D: Con la riforma approvata a ottobre 2012 la croce Rossa sta cambiando pelle, passando da ente pubblico ad associazione privata. Il 2013 sarà un anno di grande lavoro per tutti i membri. Quale sarà il programma del Lazio?

Siamo all’inizio di una lunga fase di transizione. Da presidente mi occuperò della riorganizzazione interna. Voglio rimettere al centro dell’associazione del Lazio gli obiettivi strategici che la Federazione internazionale si è posta di raggiungere per il 2020 e per questo ho nominato i 6 delegati. Poi vogliamo rendere partecipe l’associazione del rinnovamento della Croce rossa con il nuovo statuto nazionale: il 10 marzo abbiamo dato vita all’assemblea regionale e di seguito a quelle provinciali per raccogliere le istanze degli associati.

D: Quali sono le linee guida di questa riorganizzazione?

Nell’ottica della messa al centro della vulnerabilità vogliamo puntare al rafforzamento delle singole unità territoriali, quindi accrescere la rete tra i vari settori del regionale e la condivisione delle risorse comuni, specie in questo momento di crisi. Più sostenibilità del sistema Croce Rossa quindi, ma anche rafforzamento delle nostre capacità per riuscire sempre di più ad autofinanziarci: quindi progettazione. Sinergia con le altre associazioni del territorio per collaborare al meglio con il fine ultimo di soddisfare i bisogni di assistenza e aiuto, e questa è una possibilità che solo le strutture della Croce Rossa possono avere. Perchè il nostro obiettivo è quello di fare sempre meglio quello che fa parte della nostra visione. Sarà questo lo scopo di questo anno e del tempo che verrà in questa riorganizzazione.

D: A fine febbraio vi siete riuniti proprio con i delegati dei sei obiettivi strategici

Con la presentazione dei delegati abbiamo ridefinito i ruoli all’interno dell’associazione e iniziato un percorso con il quale rendere il comitato regionale sempre più un vero e proprio “service” a favore delle unità territoriali, in grado di fornire e supportare il territorio con quegli strumenti di rete, networking e progettualità cercando di mettere in rete tutte le risorse esistenti grazie al ruolo di “supervisione”. Il nostro più grande obiettivo, al momento, è quello di fare rete.

D: Quali richieste dalle realtà associative del territorio?

Sicuramente si avverte una forte esigenza di ulteriore formazione di operatori e volontari, poi c’è bisogno di un forte ammodernamento sul fronte informatico. Oggi le risorse informatiche non sono utilizzate fino al punto in cui sarebbe possibile. Da questo punto di vista smontare i processi interni e ricostruirli anche a livello locale e tramite l’utilizzo delle tecnologie è uno dei nostri obiettivi.

D: Nel Lazio si stanno formando le nuove istituzioni locali, Regione e comune in primis. Quali richieste intendete fare?

Noi puntiamo a una sinergia comune con le istituzioni. Collaboriamo già in vari campi e vogliamo affinare sempre di più il nostro rapporto con le istituzioni. Più che una richiesta direi c’è l’ambizione a una programmazione condivisa. Come obiettivi vorremmo migliorare la capillarità della presenza sul territorio, valorizzando ancora di più il ruolo del volontariato a partire dalle sue caratteristiche. E soprattutto aumentare l’attenzione agli ultimi, ricordandoci sempre quello che si insegna nei corsi: a volte nelle emergenze chi ha più bisogno è il più silenzioso, quello che fa meno rumore.

All’orizzonte restano però le paure di tanti lavoratori della Croce Rossa per il futuro.

Penso che insieme riusciremo a risolvere ogni questione, anche quelle che riguardano il lavoro. Con i miei delegati intendo fare un incontro con i lavoratori, tutta la parte amministrativa della struttura del Lazio che sono la nostra vera forza, insieme ai volontari. Sicuramente non vogliamo privarci delle risorse che abbiamo sviluppato nel tempo. Ma dobbiamo sempre ragionare nell’ottica della sostenibilità, con un percorso da fare insieme.

Francesco Unali

Pubblicato su “La Protezione civile Italiana”, n. 3 marzo 2013

fonte immagine (www.cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/23668)

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